Iconografia dell’Odio

ICONOGRAFIA DELL'ODIO

Molto prima di Auschwitz, molto prima di quello che chiamiamo Shoah, il “Terrore” nazista aveva creato la Diversità di specie tra gli uomini. Aveva coltivato il sentimento dell’Odio con le armi della propaganda apprese dagli amici fascisti. Aveva trasformato una parte degli uomini in “nemici” da odiare e annientare.

Partendo dal presupposto che il dolore è il coadiuvante più potente della mnemonica (Nietzsche, Genealogia della Morale) ho pensato di recuperare e rielaborare un mio lavoro simile ai manifesti affissi sulle pareti dei campi di concentramento, raffiguranti i simboli di tutte le categorie in cui erano suddivisi i detenuti dei campi.
Se guardiamo attentamente, le stesse categorie si utilizzano ancora oggi, nelle moderne democrazie europee per catalogare, definire, in alcuni casi confinare un determinato tipo di persone. Le stesse categorie le utilizziamo noi ogni giorno come etichette per definire una persona o un gruppo. Probabilmente molti di noi ritroveranno se stessi in una o più di una di quelle categorie, e si scopriranno “odiati”.

Capita spesso in tempi di crisi, come quelli che stiamo attraversando, che riemergano dalle coscienze i sentimenti più neri e violenti verso chi reputiamo più ricco, più povero, più sporco, più diverso di come siamo noi di solito. La situazione è diversa da 70 anni fa, ma questo non ci esime dal dovere di ripensare radicalmente le nostre relazioni con gli altri, con in mente l’idea che forse è possibile, ricordando e riconoscendoci, evitare che certe etichette continuino a dividere gli uomini.